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Elena Faes si racconta: la musica, le donne e il nuovo campus dell'Orchestra Fuoritempo

09/08/2025 09:34

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Campus 2025, Dicono di noi,

Elena Faes si racconta: la musica, le donne e il nuovo campus dell'Orchestra Fuoritempo

Dal 17 al 24 agosto, la Casa Magnola di Segonzano si animerà...(continua)

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Dal 17 al 24 agosto, la Casa Magnola di Segonzano si animerà con le note dell'Orchestra Fuoritempo per il suo campus estivo. Il tema di quest'anno, inserito in un progetto sostenuto da Fondazione Caritro, è di grande attualità: la figura della donna. A guidare i giovani musicisti ci sarà la direttrice Elena Faes, che abbiamo intervistato per farci raccontare questa nuova avventura e la sua visione della musica.

 

Dato il tema del campus, abbiamo voluto iniziare la nostra chiacchierata proprio da qui, per approfondire la sua visione sul ruolo della donna in un contesto, come quello della musica classica, ancora oggi molto complesso.

 

Il campus di quest'anno si concentra sulla figura della donna. Per te, qual è l'importanza di affrontare questo tema nel contesto musicale?

 

Questo tema è un argomento ancora poco trattato, soprattutto nel panorama musicale. Credo inoltre sia importantissimo parlarne in quanto le donne sono sempre state poco valorizzate, soprattutto nella musica.

 

Come giovane donna che studia in conservatorio e dirige un'orchestra, ti senti di rappresentare un cambiamento o un'ispirazione per altre ragazze?

 

Questa domanda mi fa sorridere, perché è stata una delle prime domande che mi sono posta anche io prima di intraprendere lo studio della direzione d’orchestra. La mia iniziale preoccupazione era proprio quella del sentirmi non adeguata alla direzione, in quanto la storia di questa disciplina è sempre stata scritta da grandi direttori uomini. Non mi sono mai sentita essere un’ispirazione o un modello da seguire ma sicuramente credo e spero di rappresentare un cambiamento per il futuro, e magari anche un modello da seguire per le ragazze e donne che vorranno iniziare a studiare questo tipo di direzione.

 

A tuo parere, quali sono le sfide che le donne affrontano oggi nel mondo della musica classica? E quali i progressi che vedi?

 

Le sfide che le donne devono affrontare sono ancora molte, soprattutto legate a pregiudizi di una società ancora troppo legata al passato, talvolta nemmeno riguardanti la musica classica. Ad oggi, ci sono figure femminili che sono riuscite a raggiungere grandi traguardi e successi ma troppo spesso giudicate non per la bravura o per il talento, come succede per i grandi direttori uomini, ma piuttosto per l’idea politica o per il vestito indossato.

 

Naturalmente, la conversazione si è poi spostata sul cuore dell'evento: il campus estivo. Le abbiamo chiesto di raccontarci le emozioni e i preparativi per questa importante settimana a Segonzano, dove ritroverà un'orchestra a cui è molto legata.

 

Che emozioni provi all'idea di dirigere l'Orchestra Fuoritempo quest'anno?

 

Sono veramente emozionatissima all’idea di dirigere di nuovo l’orchestra Fuoritempo dopo il successo avuto alla mia laurea. Sono onorata per poter condividere quest’altra esperienza con i ragazzi dell’orchestra e sicuramente sarà divertente e soprattutto arricchente, sia dal punto di vista emotivo che da quello direttoriale. Questa esperienza rappresenta un’opportunità di dare una mano a chi in passato una mano l'ha data a me, essendo stata clarinettista dell’orchestra qualche bell’anno fa.

 

Come hai intenzione di affrontare il tema del campus – la figura della donna – nella scelta del repertorio o nel tuo approccio come direttrice?

 

Per quanto riguarda la scelta del repertorio, con i ragazzi dell’orchestra abbiamo scelto di raccontare storie di alcune donne del mondo tratte dal libro “Storie della buonanotte per bambine ribelli” di Elena Favilli e Francesca Cavallo che ci piacevano e di accompagnarle con dei brani che ci sembravano i più appropriati al racconto.

 

Qual è la cosa che non vedi l'ora di sperimentare con i ragazzi e le ragazze dell'orchestra?

 

Non vedo l’ora di iniziare a lavorare con i ragazzi sui vari brani scelti del repertorio. Il mio obiettivo è quello di riuscire a trasmettere il messaggio più profondo di questo tema, ovvero “l’importanza di continuare a sognare, sognare in grande, senza aver paura di essere giudicati, senza aver paura dei pensieri altrui. La cosa più importante è essere liberi, sia con l’anima che con il cuore. Inoltre non vedo l’ora di lavorare anche con i ragazzi di Melissano, con cui non ho mai lavorato, per poter creare oltre a legami di amicizia anche nuovi modi di lavorare.

 

Dirigere un'orchestra e affrontare temi così impegnativi richiede una forte motivazione. Abbiamo perciò cercato di conoscere meglio il percorso personale di Elena, dai sogni che l'hanno spinta a salire sul podio fino agli obiettivi futuri e ai consigli per chi, come lei, vuole intraprendere questa strada.

 

C'è una compositrice o una direttrice d'orchestra che ammiri particolarmente e che ti ha ispirato nel tuo percorso?

 

Devo essere sincera, non ho né una direttrice d’orchestra né una compositrice donna preferita. Ho iniziato a studiare direzione d’orchestra perché era uno dei miei tanti sogni nel cassetto. Fin da quando sono piccola mi ha sempre affascinato osservare il direttore d’orchestra, i suoi movimenti, la sua maestosità e la potenza nel riuscire con dei semplici gesti a comunicare le proprie intenzioni a così tante persone contemporaneamente. L’idea di iniziare questo percorso di studi è nata soprattutto come gioco, come sfida personale per combattere una delle mie più grandi paure, la paura del giudizio.

 

Quali sono i tuoi obiettivi futuri nel mondo della musica, sia come studentessa che come direttrice?

 

A settembre dirigerò le prove di Rigoletto in conservatorio, sono molto contenta e felice per questa opportunità. Sono stata ammessa al triennio di Direzione d’orchestra in conservatorio ma se dovessi riprendermi dopo l’infortunio alla mano vorrei fare il triennio di clarinetto mantenendo sempre gli studi di direzione. Successivamente a fine settembre inizierò il quarto anno presso la facoltà di Scienze della Formazione Primaria.

 

Cosa diresti a una giovane musicista che sta pensando di intraprendere un percorso simile al tuo?

 

Direi di non arrendersi mai e di seguire i propri sogni, di non farsi abbattere dalle prime difficoltà e di affrontarle impegnandosi sempre al massimo. La musica è un ambiente a volte un po’ particolare ma è una compagna di vita che ti accompagnerà in tutti i momenti dandoti la grinta giusta.

 

Infine, per conoscere la persona dietro la direttrice, le abbiamo posto qualche domanda più personale. Dalle preferenze musicali agli aneddoti più curiosi, Elena si è raccontata in modo spontaneo e diretto.

 

Qual è il tuo brano musicale preferito da dirigere e perché?

 

Mi piace dirigere soprattutto brani sinfonici classici. La sinfonia che ho preferito dirigere è stata l’incompiuta di Schubert, la mia preferita per le sue sonorità profonde.

 

Cosa ti ha spinto, dopo lo studio del clarinetto, a voler intraprendere la strada per diventare direttrice d'orchestra?

 

Come dicevo prima, ho iniziato a studiare direzione d’orchestra per gioco, iscrivendomi al corso opzionale in conservatorio tenuto dal prof. Raffanini per combattere alcune mie paure. Sono una ragazza molto timida, anche se magari a volte non sembra, che odia stare al centro dell’attenzione, ma quando dirigo è tutta un’altra questione. Non mi vergogno ma anzi, mi sento nel posto giusto al momento giusto. È una sensazione bellissima.

 

Ci puoi svelare una curiosità o un aneddoto sul tuo rapporto con la musica?

 

Sono una persona che senza musica non può vivere, ascolto sempre musica appena ne ho l’occasione. Ascolto ogni genere, dalla musica tekno alla musica classica, tranne la trap.

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